10 superstizioni teatrali sfatate

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Le superstizioni sono tutte onnicomprensive. Anche l’industria creativa è diffamata dalla credenza oscura e per lo più inutile nel soprannaturale. Normalmente ci sono diverse spiegazioni logiche dietro tali credenze. Qui ho cercato di esporre 10 superstizioni teatrali così interessanti.

10 specchi

Avere specchi sul palco porterebbe sfortuna.

Sfatare la superstizione: è convinzione comune che gli specchi possano riflettere la propria anima e la cui rottura significherebbe la rottura dell’anima. Può portare a sette anni di sfortuna ricorrente sia sull’individuo che sulla compagnia teatrale. Nonostante questa superstizione prevalente, gli specchi venivano spesso impiegati sul palco per soddisfare esigenze tecniche come la riflessione della luce et al.

9 Gli azzurri

Si credeva che indossare il blu sul palco portasse sfortuna. E se lo spettacolo richiedeva di indossare il blu, la sfortuna potrebbe essere ribaltata indossando l’argento da altri personaggi.

Sfatare la superstizione: ai vecchi tempi, preparare una tintura blu era un lavoro duro, quindi costoso e fuori dalla portata della maggior parte delle compagnie teatrali. Già allora la concorrenza era alta tra le compagnie teatrali e alcune di esse, per creare un quadro falso del loro successo, acquistavano capi blu. Ma la strategia fallì e, incapaci di sostenere il costo dei costumi, le compagnie teatrali fallirono. In seguito, indossare capi color argento ha lasciato il posto a una nuova strategia. Era per implicare che la compagnia era nel suo periodo di massimo splendore sfornando opere teatrali di grande successo, tanto da potersi permettere abiti fatti di vero argento.

8 tre candele accese

Tre candele accese sul palco porteranno sfortuna.

Sfatare la superstizione: prima che la luce elettrica diventasse prevalente, le candele venivano usate per illuminare le case, le strade e tutti i luoghi pubblici, compresi i teatri. Si diceva che il personaggio che mentre si esibiva sul palco si avvicinava alla più piccola delle tre candele o avrebbe avuto fortuna (si sposerà presto) o sfortuna (la morte) gli sarà concessa. Le vernici usate per decorare i set erano altamente infiammabili. Era razionale essere molto cauti con le candele accese che potevano facilmente finire per bruciare il teatro. Allora perché non inventare una superstizione?

7 piume di pavone

L’uso della piuma di pavone è stato limitato sul palco in quanto porterà al caos e al fallimento dello spettacolo. Il maledetto “malocchio” sulle piume provocherebbe ogni sorta di disastri che vanno dallo scoppio di un incendio sul set o il set stesso potrebbe crollare.

Sfatare la superstizione: nella mitologia greca di Argo, si dice che il pavone abbia ricevuto l’occhio da un mostro il cui intero corpo era coperto da diversi occhi. Il motivo di una donazione così generosa è sconosciuto. L’uomo ha sempre cercato di trovare una ragione in ogni cosa e il caos può essere facilmente attribuito a un mostro.

6 Ossessione dei fantasmi

Si dice che molti attori che erano morti sul palco o semplicemente amavano la loro professione infestassero i palchi del teatro. Per mantenere questi spiriti erranti ogni settimana veniva loro concessa una sola notte per utilizzare il palcoscenico vuoto.

Sfatare la superstizione: Thespis, un attore del VI secolo a.C. Atene è stato presumibilmente il primo attore individuale sul palco. La storia racconta che quando morì si trasformò in un famigerato fantasma che causava malizia nei teatri. Così le notti del lunedì sono state scelte per servire al duplice scopo di placare il fantasma e fornire un giorno libero agli attori dopo le esibizioni del fine settimana.

5 Luce in teatro

Questa superstizione è arrivata come soluzione a quanto sopra. La luce possiede il potere di allontanare gli spiriti maligni, quindi ogni teatro vuoto doveva essere illuminato con almeno una candela.

Sfatare la superstizione: “Equity Light” o “Equity Lamp” sono state posizionate al centro del palco in modo che le persone che lavoravano nell’area del backstage non sarebbero state accecate nell’oscurità e si sarebbero ferite.

4 Fischio

Se qualcuno avesse fischiato sul palco o fuori dal palco per errore, si pensava che portasse sfortuna a un professionista del teatro che presto avrebbe perso il lavoro.

Sfatare la superstizione: prima dell’invenzione della tecnologia, la comunicazione tra brevi distanze avveniva fischiando. Una melodia sbagliata può dare l’idea sbagliata che porterebbe a risultati disastrosi per lo spettacolo e qualcuno finirebbe per perdere il lavoro.

3 Buona fortuna

Augurare buona fortuna all’esecutore prima di una commedia porterebbe solo sfortuna.

Sfatare la superstizione: in teatro l’espressione “rompersi una gamba” era sinonimo di “buona fortuna”, quindi anche il primo termine era vietato in quanto poteva portare sfortuna. La parola “gamba” sul palco spesso implicava tende laterali e gli attori che si muovevano costantemente dentro e fuori dal palco correvano il rischio di “rompersi le gambe” ed esporre i lavori in corso nel backstage.

2 Regalare fiori del cimitero

Regalare fiori rubati dal cimitero al regista e alla protagonista dello spettacolo dopo la serata di chiusura porterà fortuna. Al contrario, i fiori regalati prima dello spettacolo porterebbero sfortuna.

Sfatare la superstizione: Logic dice che i fiori regalati la sera di chiusura segnerebbero la morte dello spettacolo. Cosa può essere più appropriato che usare i fiori del cimitero che simboleggiano la morte. Ed è arrivato gratuitamente.

1 Macbeth

Pronunciare il nome di Macbeth a teatro sarebbe un disastro per il teatro o gli attori potrebbero finire per ferirsi. Presumibilmente Shakespeare aveva messo una maledizione sull’opera teatrale per renderla impossibile adattarla in futuro. Se qualcuno avesse sconsideratamente menzionato il nome, il suo atto doveva essere rettificato da un rituale di purificazione.

Sfatare la superstizione: “Macbeth” essendo un’opera teatrale popolare è stato spesso interpretato da teatri in fallimento. Incapaci di sostenere il costo della presentazione di un’opera così elaborata, tali compagnie teatrali fallirono.

Cose interessanti: in un episodio di “The Simpsons”, la famiglia Simpson durante un viaggio a Londra incontra Sir Ian McKellen fuori da un teatro dove veniva suonato “Macbeth”. Ogni volta che il nome “Macbeth” veniva pronunciato, il disastro si abbatteva su McKellen.

Fonte di registrazione: wonderslist.com

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